(Fremont, Ohio, 1923 - Englewood, New Jersey, 2009) scrittore statunitense. Il tema dei suoi romanzi e dei suoi racconti è l’America delle grandi città e della provincia, trasformatasi progressivamente, negli anni Cinquanta e Sessanta, da «sogno» in «incubo». Nell’intento di rendere la violenza urbana, le crisi d’identità, i vuoti nella comunicazione la sua scrittura, all’apparenza precisa e tagliente, si apre alle complessità del sogno e del mito. Figure archetipiche popolano il suo mondo profanato: figli alla ricerca del padre, come i giovani protagonisti di 63: palazzo di sogno (63: dream palace, 1956), di Malcolm (1959), di Rose e cenere (Eustace Chisholm and the works, 1967), madri distruttive o donne sterili alla ricerca di un figlio, come la protagonista di Il nipote (The nephew, 1960), orfani come l’eroe di Un ignobile individuo (Cabot Wright begins, 1964) che, ossessionato dal bisogno di comunicare, si fa, da sognatore, stupratore nella selva primitiva della metropoli. Cronisti del disastro o cantori dell’incubo sono, nella narrativa di P., i personaggi degli scrittori, cui spetta il ruolo di fornire al lettore le cornici o le versioni degli eventi (come in La versione di Geremia, Jeremy’s version, 1970). Dopo Sono Elija Trush (I am Elija Trush, 1972) e Lamentatori di laggiù (Mourners below, 1982, nt), P. ha pubblicato Nel palmo della mano (In the hollow of his hand, 1986), La fiamma dei tuoi occhi (The candles of your eyes, 1988), raccolta di racconti. Fuori con le stelle (Out with the stars, 1992, nt), Gertrude di Stony Island Avenue (Gertrude of Stony Island Avenue, 1997, nt), La villa di Moe e altri racconti (Moe’s Villa and other stories, 2000, nt).